Yukio Mishima, Il padiglione d'oro
Moriva dal desiderio di salire in cielo attraverso il tetto e di volare verso un altro paese dove non avrebbe più sentito parlare dei suoi guai, eppure una forza lo spingeva dabbasso scalino per scalino.
giovedì 29 marzo 2012
Mishima
Nell'altra tasca le mie dita urtarono contro le sigarette. Ne presi una e l'accesi. Mi sentivo come chi, ultimato un lavoro, si siede a tirare una meritata boccata di fumo. Volevo vivere.
Yukio Mishima, Il padiglione d'oro
Yukio Mishima, Il padiglione d'oro
sabato 24 marzo 2012
Quasi una maschera
La barba, essendo quasi un maschera, dovrebbe essere proibita dalla polizia. Inoltre, come distintivo del sesso in mezzo al viso, è oscena e per questo piace alle donne.
Arthur Schopenhauer
Arthur Schopenhauer
venerdì 23 marzo 2012
Assomiglia all'ingenuità la saggezza
Depressione caspica
A tratti
In viaggio
Amandoti
Tomorrow (Voulez vous un rendez vous)
Mi ami?
And the radio plays
Ongii
Cupe vampe
Annarella
Del mondo
Newkolln
Cadevo
Polvere
Morire
Barbaro
Irata
Tu menti
Radiokabul
M'importa na sega
Per me lo so
Non fare di me un idolo, mi brucierò, trasformami in megafono, mi incepperò. Cosa fare e non fare non lo so. Quando dove e perché riguarda solo me. Io so solo che tutto va ma non va. Sono un povero stupido, so solo che chi è stato è stato, e chi è stato non è.
giovedì 22 marzo 2012
La poesia dei doni
Ringraziare voglio il divino
labirinto degli effetti e delle cause
per la diversità delle creature
che compongono questo universo singolare,
per la ragione, che non cesserà di sognare
una mappa del labirinto,
per il volto di Elena e la perseveranza di Ulisse,
per l’amore, che ci fa vedere gli altri
come li vede la divinità,
per il duro diamante e l’acqua libera,
per l’algebra, palazzo di perfetti cristalli,
per le mistiche monete di Angelo Silesio,
per Schopenhauer,
che forse decifrò l’universo,
per il fulgore del fuoco
che nessun uomo può guardare senza uno stupore antico,
per il mogano, il cedro e il sandalo,
per il pane e il sale,
per il mistero della rosa
che prodiga colore e non lo vede,
per certe vigilie e giorni del 1955,
per i rozzi mandriani che nella pianura
spronano le bestie e l’alba,
per il mattino a Montevideo,
per l’arte dell’amicizia,
per l’ultimo giorno di Socrate,
per le parole che in un crepuscolo si dissero
da una croce all’altra croce,
per quel sogno dell’Islam che abbracciò
mille notti e una notte,
per quell’altro sogno dell’inferno,
della torre del fuoco che purifica,
e delle sfere gloriose,
per Swedenborg,
che conversava con gli angeli per le strade di Londra,
per i fiumi segreti e immemoriali
che convergono in me,
per la lingua che, secoli fa, parlai in Northumbria,
per la spada e l’arpa dei sassoni,
per il mare, che è un deserto risplendente
e una cifra di quanto non sappiamo,
per la musica verbale d’Inghilterra,
per la musica verbale di Germania,
per l’oro che splende nei versi,
per l’epico inverno,
per il nome di un libro che non ho letto: Gesta Dei per Francos,
per Verlaine, innocente come gli uccelli,
per il prisma di cristallo e il peso di bronzo,
per le strisce della tigre,
per le alte torri di San Francisco e dell’isola di Manhattan,
per il mattino in Texas,
per quel sivigliano che compose l’Epistola Morale,
e il cui nome, come avrebbe preferito, ignoriamo,
per Seneca e Lucano, di Cordova,
che prima dello spagnolo
scrissero tutta la letteratura spagnola,
per il geometrico e bizzarro gioco degli scacchi,
per la tartaruga di Zenone e la mappa di Royce,
per l’odore medicinale degli eucalipti,
per il linguaggio, che può simulare la sapienza,
per l’oblio, che annulla o modifica il passato,
per l’abitudine,
che ci ripete e ci conferma come uno specchio,
per il mattino, che ci dà l’illusione di un principio,
per la notte, le sua tenebra e la sua astronomia,
per il coraggio e la felicità degli altri,
per la patria, sentita nei gelsomini
o in una vecchia spada,
per Whitman e Francesco d’Assisi che già scrissero questa poesia,
per il fatto che la poesia è inesauribile
e si confonde con la somma delle creature
e non arriverà mai all’ultimo verso
e varia secondo gli uomini,
per Frances Haslam, che chiese perdono ai suoi figli
perché ci metteva tanto a morire,
per i minuti che precedono il sonno,
per il sonno e la morte,
quei due tesori occulti,
per gli intimi doni che non enumero,
per la musica, misteriosa forma del tempo.
J. L. Borges
Hoku sai, Cardellino e albero di ciliegi |
venerdì 16 marzo 2012
Uno spettro si aggira per l'Occidente
Se Marx è morto, lo è per qualche filosofo deluso dalla storia del mondo. Stenderne il certificato di morte è quanto meno prematuro e superficiale.
Norberto Bobbio
Karl Marx, Highate, me |
Die Philosophen haben die Welt nur verschieden interpretiert; es kömmt drauf an, sie zu verändern.
The philosophers have only interpreted the world in various ways. The point, however, is to change it.
(I filosofi hanno solo interpretato il mondo in modi diversi; si tratta però di mutarlo. 11° delle XI Tesi su Feuerbach)
giovedì 15 marzo 2012
Compagno sole
Devant la porte de l'usine
le travailleur soudain s'arrête
le beau temps l'a tiré par la veste
et comme il se retourne
et regarde le soleil
tout rouge tout rond
souriant dans son ciel de plomb
il cligne de l'œil
familièrement
Dis donc camarade Soleil
tu ne trouves pas
que c'est plutôt con
de donner une journée pareille
à un patron ?
Hugo Pratt, Escondida |
mercoledì 14 marzo 2012
Un post in rosso
Ritorno su un altro dei miei pallini.
domenica 11 marzo 2012
Nobody can
Nobody is healthy in London, nobody can be.
Jane Austen
Jane Austen
Camden Town |
Arte applicata |
Simbiosi metropolitana tra uomo e natura |
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