lunedì 28 gennaio 2013

Sorpassati



Tra tutte le opere
io prediligo quelle usate.
I bacili di rame ammaccati, appiattiti sugli orli,
le forchette e i coltelli dai manici di legno
che molte mani hanno logorato : queste mi parvero
le più nobili forme. Così anche i selci
che circondano le vecchie case,
smussati dai molti piedi che li calpestarono,
coi ciuffi d'erba che vi crescono in mezzo : queste
sono felici opere.

Entrate nell'uso molteplice, sovente variando aspetto,
migliorano la loro guisa, si fanno pregevoli
perchè sovente saggiate.
Persino i frammenti di sculture
con le loro mani mozze m'incantano. Per me
vissero anch'essi. Furono portati anche se poi lasciati cadere.
Anche se travolti stettero pure a non grande altezza.
Gli edifici mezzo diroccati
riprendono l'aspetto di maestosi disegni
ancora incompiuti : le loro belle misure
sono già intuibili; è necessario però
il nostro intendimento. Eppure
hanno già servito, sono anzi già sorpassati. Il sentirlo
mi rende felice.

Bertolt Brecht, "Poesie inedite e sparse 1913-1933"


domenica 27 gennaio 2013

venerdì 25 gennaio 2013

Pisciandoci sopra


Il "buon selvaggio", invece, non è un mito; esso esiste oggettivamente: esiste una felicità selvaggia - mitissima, contadina, pastorale - che ignora scuole e ospedali. Mia madre è vissuta in una Casarsa ancora
selvaggia, e anche io, nella prima parte della mia infanzia, quando si medicavano le ferite pisciandoci sopra o si allontanava la tempesta facendo segnl di croce con una fraschetta di ulivo. Io però ero destinato
a divenire un piccolo borghese terrorizzato dall'idea della miseria e dell'insuccesso, quindi pavento la mancanza di scuole e ospedali, e di tutte le altre comodità.

Pier Paolo Pasolini intervistato da Tommaso Anzoino (1971)

HAITI 2012: Emiliano Larizza, "Saut d'eau Pilgrimage" (il pellegrinaggio di Saut d'Eau) ad Haiti: una donna a seno nudo prega ai piedi di una cascata in onore alla dea dell'amore e della bellezza Ezili.

domenica 20 gennaio 2013

Ascoltate!




Giotto, Cappella degli Scrovegni, Padova (particolare)

Ascoltate!
Se accendono le stelle,
vuol dire forse che a qualcuno servono,
che qualcuno desidera che esse siano,
che qualcuno chiama perle questi piccoli sputi?
E, forzando
le bufere di polvere del meriggio,
si spinge fino a Dio,
teme d'essere in ritardo,
piange,
gli bacia la mano nodosa,
implora
- ha bisogno di una stella! -
giura
che non può sopportare questo martirio senza stelle!
E poi
cammina inquieto,
fa finta d'esser calmo.
Dice a qualcuno:
"Allora, adesso, stai meglio?
Non hai paura?
No?!".
Ascoltate!
Se accendono
le stelle,
vuol dire forse che a qualcuno servono,
che è indispensabile
che ogni sera
sopra i tetti
risplenda almeno una stella?

V. Majakovskij


venerdì 4 gennaio 2013

Senza speranza

La paura non può essere senza speranza né la speranza senza paura.
Baruch Spinoza, Ethica ordine geometrico demonstrata, 1677






Bifatima Dauletova considerata da molti guaritori tradizionali kazachi l'ultima custode locale di un antica tradizione dei dervisci sufi esegue un rituale di purificazione usando sangue di pecora nel suo podere ai piedi della catena montuosa Tien Shan nel Kazakistan del sud. Conosciuta con il titolo onorifico di Bifatima apa la mistica e sciamana richiama seguaci da molto lontano persone con problemi di salute tossicodipendenza o che vogliono risolvere questioni esistenziali.

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