sabato 31 dicembre 2011

I giorni di Giano e Pulcinella. Per un capodanno consapevole.


Il tempo guarirà tutto. Ma che succede se il tempo stesso è una malattia?  Il cielo sopra Berlino





In maniera quasi pre-civile siamo legati allo scorrere del tempo. La ciclicità delle cose ci ha sempre colpito portando seco l'attesa del tutto ingiustificata di qualcosa di nuovo e di megliore. Come se fossimo i tarantolati studiati da De Martino ci troviamo coinvolti in situazioni di gioia, auguri fatti e ricevuti, tarantole di frenesia che colgono chi ci è vicino e anche noi stessi, quando culliamo il pensiero di qualcosa di totalmente nuovo, che il nuovo anno sarà migliore del vecchio. Si bruciano le streghe di fieno, si buttano via le cose vecchie, i mobili, le lampadine che fanno un rumore simile ad un botto. Proiettiamo in questo nuovo anno, in maniera quasi apotropaica, le aspettative nutrite per un anno intero, incendiamo le nostre delusioni, vorremmo uscire puliti da una ordalia cui la civiltà lascia lo spazio dei soli botti. Il problema è che noi non ricominciamo e come i bufali della foto di Wojnarowicz, corriamo verso il non senso da cui veniamo, in definitiva, noi e le nostre umanissime vicissitudini. Niente di insuperabile per nessuno, tutti hanno vissuto tutto prima di noi, siamo in ultima analisi il risultato di azioni checi trascendono, il nostro principium individuationis è un principio puramente egoistico, che sparirà con noi, al massimo poco dopo.
Oggi e domani saranno i giorni di Janus Pater, del dio del vecchio e del nuovo, della pace e della guerra, del sì e del no. Se ne va qualcosa di vecchio e arriva qualcosa di nuovo, ma che è a un tempo vecchio e nuovo, come le stagioni: sappiamo tutti cos'è la primavera, ma ogni anno siamo contenti che arrivi. Il nostro rapporto di simbiosi col mondo esterno, che pure esiste perché viviamo su questo pianeta, oggi ha una espressione razionalizzata, metabolizzata e civile. Capodanno non ha un veicolo religioso in Occidente, anche se il primo giorno dell'anno si ricorda la Theotokos. Civile, anche se c'è gente che si fa saltare le mani per poter sparare quantitativi di esplosivo che si avvicinano a quelli che servono per far brillare una mina. 



Pulcinella e la vecchia: il vecchio che porta il nuovo

All'ansia irrazionale che ci pervade in questi due giorni, che noi però viviamo in maniera molto più borghese ed edulcolorata, si accompagna l'ansia del festeggiamento e della festa a tutti i costi, dell'ottundimento dei fuochi. Vogliamo così esorcizzare il male che ogni giorno incontriamo, scacciandolo dai nostri progetti futuri.

Io però con questi due giorni ho un rapporto strano: mi mette a disagio la frenesia della festa, anche perché da due millenni l'occidente ha abbandonato ogni ciclicità, l'ultimo che ce l'ha voluta far amare è finito in un manicomio a Torino, forse perché aveva chiesto alla propria mente uno sforzo cui non era abituata da venti secoli. In generale mi angosciano le attese, il buio  e la luce che se ne vede alla fine:c'è chi intravede magnifiche sorti e progressive, io ho sempre l'impressione che sia il prossimo treno.


venerdì 30 dicembre 2011

Accostamenti

Nell'ebbrezza dionisiaca, nell'infuriare tumultuoso di tutte le tonalità dell'anima acausa dell'eccitazione narcotico oppure nello scatenamento degli impulsi primaverili, la natura si manifesta nella sua forza suprema: essa lega di nuovo assieme i singoli esseri e fa che si sentano unificati; a questo modo il principium individuationis appare come un permanente stato di debolezza della volontà. Quanto più la volontà è intristita, tanto più tutto si frantuma nella singolarità, quanto più egoisticamentel'individuo si sviluppa, tanto più debole è l'organismo cui esso serve. In quegli stati si manifesta come un carattere sentimentale della natura, un «sospiro della creatura» per quello che ha perduto. Dal sommo della gioia risuona il grido del terrore, lostruggente lamento per una perdita irreparabile. La natura rigogliosa celebra i suoiSaturnali e al tempo stesso i suoi riti funebri. Gli affetti dei suoi sacerdoti sono mescolati nel modo più mirabile, i dolori suscitano piacere, il giubilo strappa al pettoaccenti strazianti.
F. Nietzsche, La visione dionisiaca del mondo.

Dialogo di un passeggere e di un venditore di almanacchi.

Vend. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi. Bisognano, signore, almanacchi?
Pass. Almanacchi per l'anno nuovo?
Vend. Sì signore.
Pass. Credete che sarà felice quest'anno nuovo?
Vend. O illustrissimo, sì, certo.
Pass. Come quest'anno passato?
Vend. Più più assai.
Pass. Come quello di là?
Vend. Più più, illustrissimo.
Pass. Ma come qual altro? Non vi piacerebb'egli che l'anno nuovo fosse come qualcuno di questi anni ultimi?
Vend. Signor no, non mi piacerebbe.
Pass. Quanti anni nuovi sono passati dacchè voi vendete almanacchi?
Vend. Saranno vent'anni, illustrissimo.
Pass. A quale di cotesti vent'anni vorreste che somigliasse l'anno venturo?
Vend. Io? Non saprei.
Pass. Non vi ricordate di nessun anno in particolare, che vi paresse felice?
Vend. No in verità, illustrissimo.
Pass. E pure la vita è una cosa bella. Non è vero?
Vend. Cotesto si sa.
Pass. Non tornereste voi a vivere cotesti vent'anni, e anche tutto il tempo passato, cominciando da che nasceste?
Vend. Eh, caro signore, piacesse a Dio che si potesse.
Pass. Ma se aveste a rifare la vita che avete fatta nè più nè meno, con tutti i piaceri e i dispiaceri che avete passati?
Vend. Cotesto non vorrei.
Pass. Oh che altra vita vorreste rifare? La vita c'ho fatta io, o quella del principe, o di chi altro? O non credete che io, e che il principe, e che chiunque altro risponderebbe come voi per l'appunto; e che avendo a rifare la stessa vita che avesse fatta, nessuno vorrebbe tornare indietro?
Vend. Lo credo cotesto.
Pass. Nè anche voi tornereste indietro con questo patto, non potendo in altro modo?
Vend. Signor no davvero, non tornerei.
Pass. Oh che vita vorreste voi dunque?
Vend. Vorrei una vita così come Dio me la mandasse, senz'altri patti.
Pass. Una vita a caso, e non saperne altro avanti, come non si sa dell'anno nuovo?
Vend. Appunto.
Pass. Così vorrei ancor io se avessi a rivivere e così tutti. Ma questo è segno che il caso, fino a tutto quest'anno ha trattato tutti male. E si vede chiaro che ciascono è d'opinione che sia stato più o di più peso il male che gli è toccato che il bene; se a patto di riavere la vita di prima con tutto il suo bene e il suo male, nessuno vorrebbe rinascere. Quella vita ch'è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll'anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?
Vend. Speriamo.
Pass. Dunque mostratemi l'almanacco più bello che avete.
Vend. Ecco, illustrissimo. Cotesto vale trenta soldi.
Pass. Ecco trenta soldi.
Vend. Grazie, illustrissimo: a rivederla. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi.

G. Leopardi

mercoledì 28 dicembre 2011

Quando una ciocca fuori posto ti cambia l'identità. Superman

Il caro Eco in Apocalittici e integrati gli dedica un intero capitolo, ha al suo attivo centinaia di film, serie televisive e radiofoniche, cartoni animati, è l'unico che è veramente morto e soprattutto veramente risorto. Non è un aereo, un missile, un razzo, è rosso e blu: è Superman!
In origine, prima di diventare il grande boy scout che tutti conosciamo, doveva essere un terrorista creato da uno scienziato pazzo, poi la premiata ditta di creatori  Siegel & Shuster decide di virare, siamo alla fine degli anni '30, verso il classico personaggio emersoniano (leggi americano) che, dotato di poteri, li mette disinteressatamente al servizio della società. Nasce così il nostro protettore preferito.
Per poter agire inosservato, il nostro eroe però è dotato di un alter ego: se quando calza una tutto sommato ridicola tuta aderente è un essere dalle capacità sovraumane, quando veste come un perfetto cittadino americano, a diventare ridicoli diventano i modi: il giornalista Clark Joseph Kent, a dispetto della notevole stazza, si trasforma in una mammoletta appena succede il minimo trambusto. Il tutto ha una ragione sia interna alla logica del personaggio, sia commerciale: da un lato, nella finzione delle storie, Clark storna da se l'idea che sia lui il misterioso salvatore che appare e scompare, mentre dal punto di vista commerciale, il piccolo e pauroso Clark Kent offre un alibi a tutti gli umani lettori di Superman, che alla lunga si sarebbero stancato di doversi confrontare con un eroe impeccabile e indistruttibile, che, soprattutto, sa sempre cosa fare. E lo fa. Come tutte le storie che si rispettino, anche Superman ha dei sentimenti, ovviamente verso una feconda e sana donna americana, Loys Laine. Già nella prima storia si instaura un triangolo particolare: Clark (l'imbranato) ama Loys, che lo disprezza in quanto imbranato ma stravede per Superman, senza sapere ovviamente che Superman e Clark sono la stessa persona. Ai nostri occhi può sembrare una cosa banalissima, ma negli anni 40 le storie d'amore color pastello tiravano alla grande. Una curiosità: all'inizio Superman non vola, ma fa lunghissimi salti. Probabilmente la posizione di un saltatore, con le gambe molto divaricate, poco si confà al difensore dell'universo, quindi in seguito il nostro sfreccerà per i cieli, rompendo anche spesso e volentieri il muro del suono e doppiando la velocità della luce, nel caso avesse avuto il bisogno di tornare indietro nel tempo.
Come si vede da questo video, Superman non ha un habitat neutro, non potrebbe vivere ovunque: Superman è americano, incarna lo spirito (ottuso in molti casi) di una nazione ben precisa, che, pensando di avere Dio dalla propria parte, dal 1776 ad oggi si è schierata sempre e comunque (almeno a parole) col bene. Per questo é bello, intelligente, saggio, e ha solo una ciocca di capelli fuori posto.
 Superman  ha battuto l'asse Tokio - Berlino. Non date più retta ai libri di storia, ma leggete Superman!

Ovviamente, essendo in produzione da oltre 70 anni, è impossibile delineare una cronistoria del nostro, anche perché nei fumetti il tempo non passa mai, sono veramente pochi gli eventi che segnano il prima e il poi, quindi potremmo stare per secoli a collegare avventure che non non hanno nessun nesso temporale, che potrebbero, diciamo così, essere tutte parallele.  Un ciclo di storie mi colpì molto, perché dava una chiave di lettura del personaggio, e soprattutto della sua stentorea moralità, abbastanza inquietante. Colpevolmente ho dimenticato di dire che Superman è un alieno,l'ultimo discendente dei Kriptoniani, un pianeta ormai distrutto in cui viveva una razza superiore a quella umana. Ebbene, grazie a questo elemento che pure è sempre stato presente fin dal primo albo,  quel genio di Alan Moore ha mostrato come Superman non sia per niente un santo, ma essendo un alieno, agisce secondo un codice dicomportamento alieno, che per gli umani (americani) è quello che rasenta la perfezione. Quindi se Superman abitasse su Kripton, non sarebbe Superman.



Due paroline sulla diffusione in Italia. Da noi arrivò nel 1939 in Italia con il nome di Ciclone (sic!) sui littori Albi dell'Audacia, dove però erano presenti anche storie di Superman scritte, disegnate, inchiostrate e colorate da autori italiani. Negli anni '60 ricomparve come Nembo Kid, pubblicato dalla Mondadori. Dopo la crisi che negli anni '80 fece sparire dall'Italia i fumetti seriali americani è ritornato più forte e figo di prima nel '93. 
Addirittura gli tingevano i capelli.

Dal momento che avete avuto la pazienza di arrivare fino alla fine, vi lascio con il primo episodio della serie animata del 1941, in inglese ma sottotitolato in italiano.

Hallo, I'm Johnny Cash

A 64 anni, invece sopravvivere a se stesso, iniziò a cantare e  far suoi brani dei Depeche Mode, U2, Nine Inch Nails, dei ragazzini di fronte a lui.

'Cause you were mine, I walk the line.



[Special Thanks to Gregor_Samsa]

martedì 27 dicembre 2011

David Letterman


Esiste un Martini da 3000 dollari. Te lo servono in un bicchiere con la scritta "io sono un idiota".

domenica 25 dicembre 2011

Etimologia natalizia

Struffoli, singolare struffolo, dal greco στρογγύλος, rotondo, stesso etimo per Stromboli, Στρογγύλη, (l'isola) rotonda.
Dalla Storia di Delo di Ateneo (F.G.H., IV, 493)  sappiamo che: "Nell'isola di Ecate (vicina a Delo), la popolazione di Delo offre ad Iris le cosiddette basynai. Essi sono dei pezzetti di pasta di farina di grano fritti nel miele, ai quali si aggiungono i coccora (forse chicchi di melograno), un fico secco e tre noci."



sabato 24 dicembre 2011

Ad origines. Perché si fa quello che si fa.

Il 24 e il 25 dicembre rappresentano in occidente, da sempre, una sospensione del consueto sentire ed agire, una bolla nella quale per due giorni si cerca, in via autonoma e da un paio di secoli a questa parte, anche ampiamente indotta, un'evasione dalla vita banale vita quotidiana. A Roma avevano luogo i Saturnalia, dal 17 al 23 dicembre, festa di origine prima dionisiaca e dai contenuti orgiastici, che si imborghesì prendendo le fattezze di una settimana in cui ci si scambiava doni. Dal IV secolo fino ad oggi sono i giorni in cui,  in base a calcoli che di cristiano hanno i verità ben poco, si festeggia la nascita di Gesù, con tutti gli annessi e connessi da catechismo che non sto qui a ripetere. La fenomenologia dell'uomo occidentale che attraverso la notevole dimestichezza con i mezzi d'informazione, ma non con il loro contenuto, ha masticato il Medioevo, Kant, il Romanticismo, il neopositivismo logico, il catechismo, in questi due giorni diventa alquanto varia. 
Si parte dal modello più inutile, quello che se ne frega del perché e del percome non lavora, esce, vede gente altrettanto inutile, fa cose a suo dire divertenti, poi a gennaio torna a lavorare, si lamenta della panza ecc.
C'è poi il modello che possiamo definire razionalistico, che senza un eccessivo sforzo di ermeneutica di alcunché scopre che la Bibbia, il Corano, il  Dhammacakkappavattana Sutta, dicono cose che non si accordano con un banale libro di scienze, ma poiché il libro di scienze parla del mondo, allora tutti i titoli succitati sono pieni di panzane. Questa scoperta però è simile a quella che fanno i maschietti della propria sessualità: fallocrazia al potere, in base al fatto che loro sanno che la terra gira intorno al sole e non il contrario, deducono che il resto del mondo sia abitato da imbecilli. Se poi si entra  nello specifico, si parla di modelli scientifici, questioni allegoriche, o semplicemente si vuole andare momentaneamente al di là della semplice vulgata, si chiudono a riccio, dandosi ad atti di autoerotismo intellettuale.  La seconda categoria è quella dei bizzochi, che poi altro non sono che i dirimpettai (sempre intellettualmente parlando) dei razionalisti. Appartenenti a vari gruppi religiosi si attengono quasi sempre al dettato sacro, vanno in pellegrinaggio in qualsiasi luogo sia apparso chiunque, accettano esteriormente ogni forma di ritualità che questo o quel gruppo propone loro. Anche in questo caso si ritrova però sempre una certa difficoltà a parlare di vari argomenti che possono interessare la ricerca spirituale (la cui fenomenologia è accettata universalmente). Bizzochi e razionalisti  (aggiungiamoci poi anche gli inutili), hanno trovato in fondo tutte le risposte alle loro domande: domande che non sono banalmente "cosa farò stasera?", "me la/o scopo?",  ma coinvolgono ogni persona, anche me, che in una sera di dicembre che viene per tradizione chiamata  Vigilia, sto qui a scrivere su un blog cose che forse saranno utili più in la al mio analista.

Ora parlo di me (questo è il mio blog): per me una visione razionale del mondo è una visione che si ferma su un livello di causalità che porta ad una reductio ad infinitum, nel momento in cui tutto ha una causa, anche la causa e la causa della causa ecc... Soprattutto, cose secondo me importante, non vado cercando la razionalità dove so di non trovarla: un testo scritto 2500 anni fa non può ovviamente rientrare negli schemi di una persona cui hanno insegnato che si procede per esperimenti, prove e ipotesi. Ma dal momento che so che non tutto ciò che capita nella vita è razionale, tengo sempre aperta la porta al fatto che forse non tutto è disponibile al 10% del mio cervello (la percentuale di parte razionale), ma c'è qualcosa (non parlo della trascendenza, per carità) che potrebbe non essere razionale e nemmeno tanto rassicurante da sembrarlo. A quanti invece nella trascendenza hanno trovato delle risposte, mi chiedo come possano averle trovate su delle mistificazioni storiche, alcune delle quali sono accertate: dall'invenzione del Purgatorio alla verginità della madonna, dogmatizzata appena 200 anni fa.
La mia posizione quindi è ampiamente ambigua lo so, è ambigua per primo a me stesso, anche fare un commento acido o mi risulta difficile o dopo averlo fatto me ne pento. 

Non ho fatto altro, quindi, che scrivere dei miei dilemmi.

Questo mostro che per l'Occidente (europeo) rappresenta la religione (per non parlare della sua forma più istituzionalizzata, che dallo stesso Ambrogio fu chiamata casta meretrix, ma il discorso diventerebbe lunghissimo e molto più umano di ogni pensiero che si possa fare sulla religione) secondo me può essere concentrato sulla più essenziale delle sue manifestazioni artistiche, che vi pubblico a titolo di augurio, qualsiasi cosa un augurio significhi per voi:



Natale in casa Cupiello

Ovvero, uno spaccato in una famiglia normale.



Luca ~  Ah songh' 'e nnove ? Già si sono fatte le nove! La sera sei privo di andare a letto che subito si fanno le nove del giorno appresso. Cuncé, fa freddo fuori ?
Concetta ~ Hai voglia! Si gela.
Luca ~ Io me ne so' accorto, stanotte. Non potevo pigliare calimma. Due maglie di lana, sciarpa, scialle… i pedalini 'e lana… te ricuorde, Cuncé, i pedalini 'e lana che compraste tu, ca diciste: “Sono di lana pura, aggi'avuto n'occasione” te ricuorde Cuncé? Cuncé, te ne sei andata ?
Concetta ~  Sto ccà, Lucarié, sto ccà.
Luca ~ E rispondi, dai segni di vita.
Concetta ~ Parla, parla: ti sento.
Luca ~ 'E pedalini ca compraste tu, che dicesti: "Sono di lana pura"… Cuncé, quella non è lana, t'hanno mbrugliata. Tengo i piedi gelati. E poi, la lana pura quando si lava si restringe … questi più si lavano più si allargano, si allungano… so' addiventate ddoje bandiere. 'O ccafè Cuncé.
Concetta ~ Sta sopra al comodino.
Luca ~ Ah, già. Cuncé, fa freddo fuori ?
Concetta ~ Si, Lucarié, fa freddo. Fa freddo! E basta.
Luca ~ Eh… questo Natale si è presentato come comanda Iddio. Co' tutti i sentimenti si è presentato.  Che bella schifezza che hai fatto, Cuncé!
Concetta ~E già, mo le facévemo 'a cioccolata!  È nu poco lasco ma è tutto cafè.
Luca ~ Ma perché vuoi dare la colpa al caffè, che in questa tazza non c'è mai stato ?
Concetta ~  Ti sei svegliato spiritoso?
Luca ~ Non ti piglià collera Cuncé. Tu sei una donna di casa e sai fare tante cose. Per esempio, 'a frittata c' 'a cipolla, come la fai tu non la sa fare nessuno. È una pasticceria. Ma 'o ccafè non è cosa per te.
Concetta ~  E nun t' 'o piglià… tu a chi vuoi affliggere.
Luca ~ Non lo sai fare e non lo vuoi fare, perché vuoi risparmiare. Col caffè non si risparmia. È pure la qualità scadente: questa puzza 'e scarrafone.  Concetta fa freddo fuori?
Concetta ~  Si Lucarié, fa freddo assai: fa freddo! Ma che si' surdo?
Luca ~ Cuncè, ma che t'avesse data na mazzata ncapa?
Concetta ~ Me l'he addimandato già tre volte; fa freddo.
Luca ~ Questo Natale si è presentato…
Concetta ~ …Come comanda Iddio. Questo pure l'avete detto.

Eduardo De Filippo, Natale in casa Cupiello, Atto I,1

È di Nuovo Natale Charlie Brown

venerdì 23 dicembre 2011

Natività

Il senso di dipendenza dell'uomo è il fondamento della religione; ma l'oggetto di questo sentimento, ciò da cui l'uomo dipende e si sente dipendere, non è altro, in origine, che la natura. La natura è l'oggetto primo, originario della religione, come dimostra ad usura la storia di tutte le religioni e di tutti i popoli.

 L. Feuerbach, L' essenza del cristianesimo.


Icona russa della scuola di Rublev, 1410-1430

Caravaggio, Natività con i santi Lorenzo e Francesco d'Assisi, 1609, rubato dalla mafia il 18 ottobre 1969. Secondo il pentito Gaspare Spatuzza  Natività sarebbe stata affidata negli anni Ottanta alla famiglia Pullarà (capimafia del mandamento di Santa Maria del Gesù). I Pullarà avrebbero nascosto l'opera in una stalla fuori città, dove, senza protezione, fu rosicchiata da topi e maiali. I resti della tela sarebbero stati poi bruciati.


Salvador Dalì, 1964-1967


Le Noël des ramasseurs de neige

Nos cheminées sont vides
nos poches retournées
ohé ohé ohé
nos cheminées sont vides
nos souliers sont percés
ohé ohé ohé
et nos enfants livides
dansent devant nos buffets
ohé ohé ohé
Et pourtant c’est Noël
Noël qu’il faut fêter
Fêtons fêtons Noël
ça se fait chaque année
Ohé la vie est belle
Ohé joyeux Noël

Mais v’là la neige qui tombe
qui tombe de tout en haut
Elle va se faire mal
en tombant de si haut
ohé ohé ého

Pauvre neige nouvelle
courons courons vers elle
courons avec nos pelles
courons la ramasser
puisque c’est notre métier.
ohé ohé ohé

jolie neige nouvelle
toi qu’arrives du ciel
dis-nous dis-nous la belle
ohé ohé ohé
Quand est-ce qu’à Noël
tomberont de là-haut
des dindes de Noël
avec leurs dindonneaux
ohé ohé ého !


giovedì 22 dicembre 2011

Belli e dannati.

L'intimità si crea così. Prima si dà il miglior ritratto di se stesso, un prodotto splendente e rifinito, ritoccato di vanterie e falsità e umorismi. Poi diventano necessari i particolari e si dipinge un secondo ritratto e poi un terzo... In breve i lineamenti migliori si cancellano... e finalmente si rivela il segreto: i piani dei ritratti si sono mescolati e ci hanno tradito, e per quanto continuiamo a dipingere non riusciamo più a vendere un quadro.



Salvador Dalì  "Composizione cubista - Ritratto di una persona seduta in attesa di una lettera" (1923)

martedì 20 dicembre 2011

Molta parte dell'anima nostra è dialetto.

Si t' 'o ddico nun me cride
manco si pittass' 'o sole
pecché 'o munno d' 'e pparole
mpara ll'arte d' 'o pparla'.
E tu saje ca st'arte è l'arte
ca se sceglie 'o traditore
pecché l'ommo senza core
fa furtuna c' 'o pparla'.
Io, gnorsi', pure so' chillo
c'ha liggiuto e s'e' applicato;
c' 'o mestiere s'ha 'mparato,
e se serve d' 'o pparla'...

Se capisce ca parlanno,
nciucio, mbroglio... e faccio 'ammore.
Ma però tengo nu core
e cu te, che vuò parla'!
E. De Filippo

Niger Fortis Dolcisque



Il caffè è una bevanda che fa dormire quando non la si prende.
Alphonse Allais

lunedì 19 dicembre 2011

Nicht hier nicht mehr

Tutti quanti abbiamo i nostri tarli e le nostre fissazioni. Tutti quanti viviamo in un mondo che continuamente ci bombarda di domande, di cose e di luoghi che chiedono il nostro interesse pur rimanendo ferme da secoli e per altri secoli ancora. Ci sono facce mai incontrate prima che sicuramente, per il semplice fatto di essere state al mondo, hanno storie da raccontare. Ci sono poi i cambiamenti, le mode, i rinnovamenti, le modifiche che ancor di più mettono in risalto quello che c'era prima e si è modificato. Percorrere una strada, parlare con una persona - sopratutto quando non si conosce nulla del proprio interlocutore - sfogliare un libro, se si ha l'orecchio e l'occhio, permette di conoscere storie nascoste, abitudini antiche, consuetudini che il tempo (Crono che mangia i suoi figli) ha eliminato per sempre.  Queste storie però riemergono dal tempo in vecchie foto, edicole votive di un secolo fa  gli incroci di palazzi antichi, vecchi libri posati sulle bancarelle in vendita a due euro. Ogni storia porta con sè altre storie: un libro, mettiamo un'edizione italiana dei "Racconti di Sebastopoli" di Leone Tolstoj del 1924, è tutto ingiallito e con la copertina strappata: chi ha strappato quella copertina? Quale bambina di trenta, venti, dieci anni fa ha rotto la testolina di una qualsiasi bambola possibile che sta poggiata su un banchetto di un rigattiere quanto si sarà lamentato del freddo l'ipotetico ma reale abitatore di una casa abbandonata (oggi) che ha alle finestre degli infissi di legno totalmente sfibrati dal tempo e dalle stagioni?  Ricordo che quando ero piccolo,oltre ad innamorarmi di tutto, passavo tantissimo tempo a guardare una foto ritratto dei miei bisnonni, e ricordo distintamente che mi colpivano i baffi a manubrio del mio bisnonno. Cosa vorrebbe dire parlare con una persona vissita 120 anni fa, mi chiedevo, così distante da noi, ma al contempo così vicina, perchè io sono qui perchè lui ha messo al mondo mio nonno che ha messo al mondo mio padre. Che cosa sarebbe stato importante per lui, o per qualcuno prima di lui che ha abitato quella casa o un'altra delle possibili case che abiterò e che ogni uomo abiterà? Quali sono stati le strutture di approccio alla realtà che tutti abbiamo? Rivangare a caso nella memoria mia e altrui, nel vecchi libri dove chiunque ha potuto lasciato una foglia, una carta di cioccolatino, un qualsiasi segno del suo passaggio mi colpisce profondamente ogni volta: è come se entrassi in contatto con qualcuno che non conosco e che non voglio nemmeno conoscere coscientemente, ma che con quella firma sotto la cappelletta alla Madonna,come se ne trovano tante, con quell' angolo di libro piegato, con quel graffito su un banco a scuola volesse iniziare a raccontare una storia, dicendo :" Vuoi sapere perchè l'ho fatto?...."

Un po' perchè nonostante tutto la prossima settimana sarà Natale, un po' perchè sono distrutto. 'Bonanuttat'.

sabato 17 dicembre 2011

Il gioco più violento del mondo





Gli scacchi sono il più cospicuo spreco di intelligenza umana che si possa riscontrare al di fuori di un'agenzia di pubblicità.
Raymond Chandler, Il lungo addio, 1953

venerdì 16 dicembre 2011

The Man without Fear


Con questo post do l'avvio ad una serie di interventi in cui parlerò di cose che in maniera più o meno cosciente popolano il mio immaginario o che mi incuriosiscono, che hanno fatto sì che nascesse in me un legame verso qualcosa che non esiste concretamente, ma solo nella misura in cui io accetto che esista.In qualità di animale affabulatore, che parla e vuole sentir parlare mi sono particolarmente trovato avvinghiato dalle varie vicissitudini di un avvocato cieco, di nome Matt Murdock, brillante cassazionista americano (anche se in America i cassazionisti non esistono), avvocato di prestigio che di notte (e a volet anche di giono), smessi i completi fighissimi di 400 dollari diventa il giustiziore mascherato di nome DareDevil. Non essendo un super eroe in piena regola, poichè non ha poteri partoilari, se non i sensi particolarmente sviluppati (infatti non l'ho mai visto ascoltare musica da un ipod) e i riflessi di un ottimo atleta, il nostro eroe non si occupa di una città tentacolare, di una metropoli cibernetica, ma di un solo quartiere di New York, dove è nato e dove si è formato come persona, dove ha potuto conoscere la miseria e l'amore del padre picchiatore della mala di giorno, pugile di sera, esempio moralmente inattaccabile sempre,il quartiere di Hell's Kitchen, dove anche da avvocato fighissimo continuerà a vivere. In tutto l'universo Marvel Devil è stato uno dei meno sfruttati,al contrario dell'ipertrofico ArrampicaMuri, che per un periodo ha avuto una distribuzione addirittura quotidiana, ma il nostro Devil è anche l'eroe che penso più di tutti abbia avuto cicli narrativi fantastici (sto completando la lettura di quello della premiata coppia Bendis e Maalev, assolutamente spettacolare): basti pensare che con lui si è fatto le ossa Frank Miller con un ciclo epico (La saga di Elektra) e uno un po' più scarsino(Born Again) che però in tre pagine distrugge tutto il mondo che girava intorno all'avvocato dai capelli rossi, e dopo aver tagliato ogni filtro trarealtà e fumetto, ricostruisce proprio nel mondo duro, concreto e assolutamente quotidiano l'universo di Devil. Senza contare Devil Father, o Diavolo custode, firmat ela prima da Joe Quesada e la seconda da regista Kevin Smith. Ovviamente, e anche fortunatamente, ci sono tantissime altre cose che non ho ancora letto e che leggerò, quindi non sto qui a dilungarmi su eventuali intrecci narrativi (come sempre sono fiducioso che ci sia qualcuno che forse potrebbe aver voglia di leggere questo post e che - questo sarebbe il colmo- possa aver quasi voglia di leggere Devil). Il fascino di queste storie è che appunto sono realistiche, violente  e quotidiane, l'unico tocco irreale è dato dal personaggio che è il più irreale ma allo stesso tempo più calato di me e di te nella realtà. Un eroe che per amore cambia la sua livrea gialla (oggettivamente ridicola, ma era un cimelio del papà puglie Jack "battlin'" Murdock) in una aderentissima tutina rossa (che non permetterebbe a nessuno di sgarrare nemmeno con un ChupaChups), che  sebbene privo della vista percepisce il mondo e le persone meglio di chi  ha undici decimi perfetti, perchè ne ascolta il battito cardiaco, ne percepisce il calore  e l'odore del sudore. E' forse il personaggio che da più tempo avrebbe bisogno di un analista serio, perchè sia da avvocato che da guardiano si pone sempre dei limiti, per poter rivestire etrambi  i ruoli al meglio.Il meglio per quelli fuori, mica il meglio per lui. E'  uno che potrebbe stare lì a piangersi addosso perchè non ci vede ed essere giustificato d tutti noi normodotati e mediocri ( ancora di più perchè essendo banalmente normali ci sentiremmo anche migliori), e invece ad Hell's Kitchen, quindi nel suo mondo, e nel nostro quando apriamo un suo albo, è sempre il migliore. Con tutto ciò che questo comporta.

E' interessante anche la storia dell a sua diffusione in Italia: fu il primo supereroe Marvel a giungere da oltre Oceano; noi,  a parte la produzione italiana che esclusi rari casi non mi ha mai emozionato più di tanto, conoscevamo solo Superman prima sotto il littoriano nome di Tuono, poi di Nembo Kid ( il ragazzo nuvola??), che oltre alla lingua aveva anche cambiato costume, una aderente costumino rosso, e Batman, se non ricordo male chiamato banalmente "Pipistrello". Il nostro fu portato e tradotto da  quei geni dell'Editoriale Del Corno nel 1970, pubblicato nella testata "L'incredibile Devil". Come spesso accadea tutti i sogni (una casa indipendente che sforna fumetti propri e lancia sul mercato le "avanguardie" americane, quando in Italia non si riesce ad uscire dallo schema di  Tex o di Diabolk), dopo 5 anni la casa chiude (lacrimuccia) e la distribuzione in Italia dei fumetti americani riprenderà solo alla fine degli anni ottanta, quando si assisterà al terremoto de "Il Ritorno del Cavaliere Oscuro" sullepagine prima di "Linus", poi di "Corto Maltese". Ma, come diveva quel tale, questa è un'altra storia.
Che chiusura figa che ho fatto.


Hell's Kitchen è il mio quartiere. Di notte mi aggiro sui tetti e tra i vicoli, e vigilo nell'oscurità. Per sempre nell'oscurità. Un Diavolo Custode!

martedì 13 dicembre 2011

Presentazioni


La città a volte di sera è fumosa e pesante. Torno a casa dopo una giornata di lavoro che piano piano rompe tutte le mie ossa e sclerotizza i miei nervi. Il calendario ci ricorda che fra poco è festa, ma il tempo (l'italiano è una lingua sintetica, a volte lo scarno inglese è più d'aiuto) il weather, dicevo, sembra andare per conto suo quest'anno: come in un gioco dove peschi delle carte a caso, qualcuno qui ha pescato la carta weather sbagliata. Quindi fra poco arriviamo a una festa che nessuno sente da secoli, che non si sente nemmeno più intorno, come se fosse un bisogno indotto. Apro la porta di casa e non trovo altro che il continuo e il perfezionamento di quanto c'era fuori: l'unica differenza con la fabbrica è che in casa calzo un grandioso pigiama e posso lavarmi i denti. Ci sono periodi duri, state forse pesando voi che probabilmente state leggendo. Capitano periodo duri. Come è inutile pensare di poter conquistare alcunchè che in fondo non sia già nostro, così è inutile pensare di poter volar via adesso in un posto pieno di luci e di gente, dove poter perdersi e annullarsi nei lampiche ti abbagliano e squarciano il cervello. Dici tu: allora scappa via! Ma se me ne andassi sarebbe comunque lo stesso, il periodo duro ce lo portiamo dentro. bisogna solo aspettare che passi, tenendo sempre la mente, distrutta da tutto qurllo che c'è fuori,verso quella luce che non si spegne mai.



Francesco D'adamo,  "Luci della Città" Olio e acrilico su tela, cm. 122 x 52 Febbraio 2011

lunedì 12 dicembre 2011

Sa-sa (post di) prova: Il sarto di Ulm

(Ulm 1592)

"Vescovo, so volare",
il sarto disse al vescovo.
"Guarda come si fa!"
E salì, con arnesi
che parevano ali,
sopra la grande, grande cattedrale.

Il vescovo andò innanzi.
 "Non sono che bugie,
 non è un uccello, l'uomo:
 mai l'uomo volerà",
 disse del sarto il vescovo.

"Il sarto è morto", disse
al vescovo la gente.
"Era proprio pazzia.
Le ali si son rotte
e lui sta là, schiantato
sui duri, duri selci del sagrato".

"Che le campani suonino.
 Erano solo bugie.
 Non è un uccello, l'uomo:
 mai l'uomo volerà",
 disse alla gente il vescovo.

B. Brecht