lunedì 19 dicembre 2011

Nicht hier nicht mehr

Tutti quanti abbiamo i nostri tarli e le nostre fissazioni. Tutti quanti viviamo in un mondo che continuamente ci bombarda di domande, di cose e di luoghi che chiedono il nostro interesse pur rimanendo ferme da secoli e per altri secoli ancora. Ci sono facce mai incontrate prima che sicuramente, per il semplice fatto di essere state al mondo, hanno storie da raccontare. Ci sono poi i cambiamenti, le mode, i rinnovamenti, le modifiche che ancor di più mettono in risalto quello che c'era prima e si è modificato. Percorrere una strada, parlare con una persona - sopratutto quando non si conosce nulla del proprio interlocutore - sfogliare un libro, se si ha l'orecchio e l'occhio, permette di conoscere storie nascoste, abitudini antiche, consuetudini che il tempo (Crono che mangia i suoi figli) ha eliminato per sempre.  Queste storie però riemergono dal tempo in vecchie foto, edicole votive di un secolo fa  gli incroci di palazzi antichi, vecchi libri posati sulle bancarelle in vendita a due euro. Ogni storia porta con sè altre storie: un libro, mettiamo un'edizione italiana dei "Racconti di Sebastopoli" di Leone Tolstoj del 1924, è tutto ingiallito e con la copertina strappata: chi ha strappato quella copertina? Quale bambina di trenta, venti, dieci anni fa ha rotto la testolina di una qualsiasi bambola possibile che sta poggiata su un banchetto di un rigattiere quanto si sarà lamentato del freddo l'ipotetico ma reale abitatore di una casa abbandonata (oggi) che ha alle finestre degli infissi di legno totalmente sfibrati dal tempo e dalle stagioni?  Ricordo che quando ero piccolo,oltre ad innamorarmi di tutto, passavo tantissimo tempo a guardare una foto ritratto dei miei bisnonni, e ricordo distintamente che mi colpivano i baffi a manubrio del mio bisnonno. Cosa vorrebbe dire parlare con una persona vissita 120 anni fa, mi chiedevo, così distante da noi, ma al contempo così vicina, perchè io sono qui perchè lui ha messo al mondo mio nonno che ha messo al mondo mio padre. Che cosa sarebbe stato importante per lui, o per qualcuno prima di lui che ha abitato quella casa o un'altra delle possibili case che abiterò e che ogni uomo abiterà? Quali sono stati le strutture di approccio alla realtà che tutti abbiamo? Rivangare a caso nella memoria mia e altrui, nel vecchi libri dove chiunque ha potuto lasciato una foglia, una carta di cioccolatino, un qualsiasi segno del suo passaggio mi colpisce profondamente ogni volta: è come se entrassi in contatto con qualcuno che non conosco e che non voglio nemmeno conoscere coscientemente, ma che con quella firma sotto la cappelletta alla Madonna,come se ne trovano tante, con quell' angolo di libro piegato, con quel graffito su un banco a scuola volesse iniziare a raccontare una storia, dicendo :" Vuoi sapere perchè l'ho fatto?...."


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