venerdì 16 dicembre 2011

The Man without Fear


Con questo post do l'avvio ad una serie di interventi in cui parlerò di cose che in maniera più o meno cosciente popolano il mio immaginario o che mi incuriosiscono, che hanno fatto sì che nascesse in me un legame verso qualcosa che non esiste concretamente, ma solo nella misura in cui io accetto che esista.In qualità di animale affabulatore, che parla e vuole sentir parlare mi sono particolarmente trovato avvinghiato dalle varie vicissitudini di un avvocato cieco, di nome Matt Murdock, brillante cassazionista americano (anche se in America i cassazionisti non esistono), avvocato di prestigio che di notte (e a volet anche di giono), smessi i completi fighissimi di 400 dollari diventa il giustiziore mascherato di nome DareDevil. Non essendo un super eroe in piena regola, poichè non ha poteri partoilari, se non i sensi particolarmente sviluppati (infatti non l'ho mai visto ascoltare musica da un ipod) e i riflessi di un ottimo atleta, il nostro eroe non si occupa di una città tentacolare, di una metropoli cibernetica, ma di un solo quartiere di New York, dove è nato e dove si è formato come persona, dove ha potuto conoscere la miseria e l'amore del padre picchiatore della mala di giorno, pugile di sera, esempio moralmente inattaccabile sempre,il quartiere di Hell's Kitchen, dove anche da avvocato fighissimo continuerà a vivere. In tutto l'universo Marvel Devil è stato uno dei meno sfruttati,al contrario dell'ipertrofico ArrampicaMuri, che per un periodo ha avuto una distribuzione addirittura quotidiana, ma il nostro Devil è anche l'eroe che penso più di tutti abbia avuto cicli narrativi fantastici (sto completando la lettura di quello della premiata coppia Bendis e Maalev, assolutamente spettacolare): basti pensare che con lui si è fatto le ossa Frank Miller con un ciclo epico (La saga di Elektra) e uno un po' più scarsino(Born Again) che però in tre pagine distrugge tutto il mondo che girava intorno all'avvocato dai capelli rossi, e dopo aver tagliato ogni filtro trarealtà e fumetto, ricostruisce proprio nel mondo duro, concreto e assolutamente quotidiano l'universo di Devil. Senza contare Devil Father, o Diavolo custode, firmat ela prima da Joe Quesada e la seconda da regista Kevin Smith. Ovviamente, e anche fortunatamente, ci sono tantissime altre cose che non ho ancora letto e che leggerò, quindi non sto qui a dilungarmi su eventuali intrecci narrativi (come sempre sono fiducioso che ci sia qualcuno che forse potrebbe aver voglia di leggere questo post e che - questo sarebbe il colmo- possa aver quasi voglia di leggere Devil). Il fascino di queste storie è che appunto sono realistiche, violente  e quotidiane, l'unico tocco irreale è dato dal personaggio che è il più irreale ma allo stesso tempo più calato di me e di te nella realtà. Un eroe che per amore cambia la sua livrea gialla (oggettivamente ridicola, ma era un cimelio del papà puglie Jack "battlin'" Murdock) in una aderentissima tutina rossa (che non permetterebbe a nessuno di sgarrare nemmeno con un ChupaChups), che  sebbene privo della vista percepisce il mondo e le persone meglio di chi  ha undici decimi perfetti, perchè ne ascolta il battito cardiaco, ne percepisce il calore  e l'odore del sudore. E' forse il personaggio che da più tempo avrebbe bisogno di un analista serio, perchè sia da avvocato che da guardiano si pone sempre dei limiti, per poter rivestire etrambi  i ruoli al meglio.Il meglio per quelli fuori, mica il meglio per lui. E'  uno che potrebbe stare lì a piangersi addosso perchè non ci vede ed essere giustificato d tutti noi normodotati e mediocri ( ancora di più perchè essendo banalmente normali ci sentiremmo anche migliori), e invece ad Hell's Kitchen, quindi nel suo mondo, e nel nostro quando apriamo un suo albo, è sempre il migliore. Con tutto ciò che questo comporta.

E' interessante anche la storia dell a sua diffusione in Italia: fu il primo supereroe Marvel a giungere da oltre Oceano; noi,  a parte la produzione italiana che esclusi rari casi non mi ha mai emozionato più di tanto, conoscevamo solo Superman prima sotto il littoriano nome di Tuono, poi di Nembo Kid ( il ragazzo nuvola??), che oltre alla lingua aveva anche cambiato costume, una aderente costumino rosso, e Batman, se non ricordo male chiamato banalmente "Pipistrello". Il nostro fu portato e tradotto da  quei geni dell'Editoriale Del Corno nel 1970, pubblicato nella testata "L'incredibile Devil". Come spesso accadea tutti i sogni (una casa indipendente che sforna fumetti propri e lancia sul mercato le "avanguardie" americane, quando in Italia non si riesce ad uscire dallo schema di  Tex o di Diabolk), dopo 5 anni la casa chiude (lacrimuccia) e la distribuzione in Italia dei fumetti americani riprenderà solo alla fine degli anni ottanta, quando si assisterà al terremoto de "Il Ritorno del Cavaliere Oscuro" sullepagine prima di "Linus", poi di "Corto Maltese". Ma, come diveva quel tale, questa è un'altra storia.
Che chiusura figa che ho fatto.


Hell's Kitchen è il mio quartiere. Di notte mi aggiro sui tetti e tra i vicoli, e vigilo nell'oscurità. Per sempre nell'oscurità. Un Diavolo Custode!

Nessun commento:

Posta un commento