martedì 21 febbraio 2012

Ma sos Mamuthones che hanno a che fare con Dioniso?

Le maschere sono chiamate Mamuthones, e derivano il loro nome da “maimatto”, ossia il tempestoso, colui che infuria (nel senso che fa infuriare la tempesta). Questo epìteto veniva dato allo Zeus Pluviale, divinità del mondo sotterraneo che veniva identificato con Dioniso, che ogni anno moriva, per rinascere a primavera con la vegetazione dei campi, nel ciclo annuale dell'eterno ritorno. I Mamuthones, quando mimano la sacra rappresentazione, eseguono una sorta di danza zoppicante. Si tratta dello squilibrio deambulatorio proprio delle feste dionisiache, necessario per risvegliare la vegetazione. Essi sono tradizionalmente dodici, come i mesi dell'anno, e sono circondati da otto guardiani detti Issohadores perché muniti di un laccio (soha) col quale catturare la vittima (il mamuthone), se questa tentasse di sfuggire alla morte che l'aspetta. I campanacci che queste maschere portano sulle spalle e sul davanti hanno funzione apotropaica, servono cioè per allontanare gli spiriti del male durante la cerimonia propiziatoria che in tempi lontani veniva rappresentata nelle varie fasi della passione e morte del dio. I Mamuthones portano sempre un fazzoletto da donna, di colore scuro, che contorna la maschera lignea (visera) e avvolge completamente la testa di chi lo indossa. Questo indumento, appartenente al costume femminile, non manca mai nel travestimento, quasi si volesse mettere in evidenza l'androginìa del dio. Un tempo queste maschere portavano gli indumenti alla rovescia, in segno di lutto per la divinità che stava per morire.

Source:http://www.tradizionisarde.com/vendita/2-maschere/9-maschere-sarde/48-mamuthone.html


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