mercoledì 18 aprile 2012

Prima nei pollai


Altri deterioramenti, altri rigogli si susseguirono a Clarice. Le popolazioni e le costumanze cambiarono più volte; restano il nome, l'ubicazione, e gli oggetti più difficili da rompere. Ogni nuova Clarice, compatta come un corpo vivente coi suoi odori e il suo respiro, sfoggia come un monile quel che resta delle antiche Clarici frammentarie e morte. Non si sa quando i capitelli corinzi siano stati in cima alle loro colonne: solo si ricorda d'uno d'essi che per molti anni in un pollaio sostenne la cesta dove le galline facevano le uova, e di lì passò al Museo dei Capitelli, in fila con gli altri esemplari della collezione. L'ordine di successione delle ere s' è perso; che ci sia stata una prima Clarice credenza diffusa, ma non ci sono prove che lo dimostrino; i capitelli potrebbero essere stati prima nei pollai che nei templi, le urne di marmo essere state seminateprima a basilico che a ossa di defunti. Di sicuro si sa solo questo: un certo numero d'oggetti si sposta in un certo spazio, ora sommerso da una quantità d'oggetti nuovi, ora consumandosi senza ricambio; la regola mescolarli ogni volta e riprovare a metterli insieme. Forse Clarice sempre stata solo un  tramestio di carabattole sbrecciate, male assortite, fuori uso.

Italo Calvino, Le città invisibili


Cose che si vedono in giro #2

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