sabato 4 febbraio 2012

Aristotelismi

"La filosofia nasce dalla meraviglia": molto prima degli occhiali verdi di Kant, che ci ha spiegato che in fondo siamo noi che imponiamo alla natura le nostre leggi, l'uomo si è spiegato i fenomeni naturali, le stagioni, il cattivo tempo, come manifestazioni del divino, del fiato  che ha formato l'universo: Giordano Bruno legava le gradi cose del cielo alle piccole cose della terra, le stelle al latte. Molto tempo fa un contadino che lavorava dove abitavo mi disse che un melone che stava crescendo si è spaccato per colpa della luna. La magia era quel modo che aveva l'uomo prescientifico per controllare la natura (regolare nel suo ciclo sì, ma sempre portatrice di eventi che colpiscono l'immaginazione) ed era collegata con le parole dotate di ritmo, con i suoni ritmati anch'essi, in definitiva con la musica. In latino carmen è sia la poesia che la formula magica. Il rapporto uomo terra, fecondità e fortuna, è passato al rapporto uomo - donna nella nostra era, ma è sempre preponderante l'elemento del ritmo della danza e della ritualizzazione della fecondità.

Questa parte l'ho scritta ieri sera, racimolando una serie di riflessioni che avevo fatto vedendo un lampo, ovviamente condite da notevoli bestemmie per le mani che mi s gonfiavano e io dovevo andare a suonare.

Stamattina mi sono svegliato invece con la neve, più che altro una spolverata metereologica di zucchero a velo. Niente di invalidante o di catastrofico, uno strato di neve che fra poco si scioglierà, lasciandoci col solito freddo becco di questi giorni.Nonostante  la mia veneranda età però mi sono messo a seguire i fiocchi di neve che cadevano, come un creaturo. Tutto questo per dire che ci meravigliamo ancora per un fulmine o per un fiocco di neve. Anche se da buon amante delle noccioline, mi ricordo di non innamorarmi di un fiocco di neve.




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